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The Core of Rudy's Appeal

(...) Realism about the next decade is very much alive within large numbers of Americans, and it is what secures Rudy's position at the top of the national polls and which presents the greatest challenge to Romney and eventually Thompson --they have to persuade the security-conscious voter that they are at least as reliable as Rudy in a crisis. If the country is struck a blow even greater than 9/11 --and many of us think such an event is inevitable-- will Romney or Thompson be able to meet or exceed Rudy's almost certain-to-be ferocious response to our enemy abroad and vigorous repair of the damage at home?

Hugh Hewitt, un altro conservatore al 100%, spiega perché Thompson e Romney (McCain, secondo Hewitt, è fuori gioco) dovranno faticare parecchio per prendere il post di Rudy nei cuori dell'elettorato repubblicano.

Ooops

Rudy Giuliani (...) is so far winning the contest for the support of social conservatives, according to a new analysis of recent polls. Widespread perceptions that Giuliani is the most electable Republican in this year's field are driving his support among social conservatives, according to the analysis by the Pew Forum on Religion & Public Life.

(...) Giuliani is winning 30 percent of the social conservative bloc, compared to 22 percent for McCain. Former Massachusetts Gov. Mitt Romney captured just 8 percent -- a figure that puts Romney in fourth place, behind former House Speaker Newt Gingrich, who is currently not a declared candidate.

Nota per tutti quelli che i-conservatori-non-voteranno-mai-Giuliani: informarsi prima di sparare cazzate.

Chi ha paura di Rudy?


In una delle ultime puntate di Hannity & Colmes, talk show politico in onda su Fox News, l'ex consigliere di Bill Clinton, Dick Morris, ha risposto senza peli sulla lingua ad una domanda di Sean Hannity su Rudy Giuliani. Dalla trascrizione integrale della trasmissione, pubblicata da Real Clear Politics, proviamo a tradurre:

Hannity. (...) Oggi sono stati pubblicati articoli molto critici (hit pieces) nei confronti di Rudy Giuliani. (...) Non mi sembra che la stampa adoperi lo stesso metro di giudizio. Hillary sostiene il partial-birth abortion. Ma non senti mai nessuno farle domande sull'argomento. Questo sarà il contributo più grande alla campagna elettorale dei democratici.

Morris.
Quello che abbiamo sotto gli occhi è uno sforzo coordinato tra i media liberal e l'establishment democratico per scongiurare la possibilità che Rudy Giuliani diventi il candidato repubblicano alle elezioni presidenziali.

Hannity.
Perché?

Morris.
Perché sono perfettamente consapevoli che Rudy è l'unico che può battere Hillary e vincere le elezioni.
Dick Morris prosegue raccontando gli attacchi di New York Times e MSNBC contro l'ex sindaco di New York. E conclude il suo intervento consigliando a Giuliani di "spendere" il capitale politico accumulato nei giorni successivi all'11 settembre fin dai primi dibattiti in vista delle primarie repubblicane. Strategie di comunicazione a parte, però, il punto che ci interessa sottolineare è proprio questo: i democratici e i loro alleati dei mainstream media - a differenza di molti analisti e giornalisti schierati sul fronte opposto (o presunti neutrali) - hanno perfettamente compreso tutte le potenzialità della candidatura di Giuliani alle presidenziali del 2008.

Di più: la candidatura di Rudy è strutturalmente letale soprattutto nel caso di uno scontro con Hillary Rodham Clinton, come dimostra la stragrande maggioranza dei sondaggi condotti negli ultimi mesi. L'ex first lady vincerebbe di misura contro John McCain e a mani basse contro Mitt Romney, Newt Gingrich o qualsiasi altro candidato repubblicano (a parte Fred Thompson, che è ancora un'incognita). L'unico candidato del GOP che, almeno oggi, partirebbe favorito contro Hillary è proprio Giuliani.

Non a caso, l'American Mayor è saldamente in testa a tutti i sondaggi condotti in campo repubblicano. Malgrado l'enorme quantità di articoli negativi usciti sulla stampa nazionale (e non solo) negli ultimi mesi, malgrado la ritrosia dei social conservatives, malgrado la parodia - spesso scorretta - che è stata fatta delle sue posizioni in materia di diritti civili, malgrado le "teorie cospiratorie" che iniziano a circolare sul suo comportamento post-9/11, Rudy Giuliani è ancora il front-runner del partito repubblicano per le prossime elezioni presidenziali. I democratici - e i loro amici - sono perfettamente consapevoli che, con ogni probabilità, si tratta dell'ultimo ostacolo che si trovano di fronte nella corsa alla Casa Bianca. E proprio per questo (come si era intuito da tempo) stanno cercando di fare a pezzi la sua candidatura. Speriamo soltanto che non trovino troppi utili idioti anche a destra.

Cross-posted @ The Right Nation

GOP Debate Round-Up

Su The Right Nation, il round-up del dibattito organizzato in South Carolina tra i candidati del GOP alle primarie. Con Rudy che è tornato a ruggire.

In New York City, Rudy Giuliani governed a locality dominated by liberal Democrats; public-sector labor unions; social-welfare activists; and a powerful local news media actively hostile to a limited-government philosophy. In the face of such tremendous headwind, Giuliani’s economic accomplishments are remarkable.
Da leggere assolutamente, il paper elaborato dal think-tank liberista Club for Growth sulla politica economica di Rudolph Giuliani durante il suo mandato come sindaco di New York. Il presidente del Club for Growth, Pat Tooney, ne parla anche sulla National Review.

GOP Pack: Still Ahead

Rudolph Giuliani ancora in testa tra i candidati del GOP in vista delle primarie 2008. L'ex sindaco di New York, secondo l'ultimo sondaggio Harris, raccoglierebbe il 38% dei consensi tra i votanti repubblicani. Alle sue spalle, perfettamente appaiati al 18%, John McCain e Fred Thompson. Più distante, Newt Gingrich (che proprio oggi ha parlato di una sua possibile candidatura) al 9%. Mitt Romney, rispetto ad aprile, è invece crollato dal 14% all'8%.

Rudy alla Heritage Foundation

Rudy Giuliani has had a rough couple of months in the conservative media, but speaking to a Heritage Foundation audience in Washington on Monday night, he demonstrated the qualities that have made him the early Republican frontrunner. using on his strong points -- national security and economic policy -- Giuliani peppered his speech with humor and backed up his policy prescriptions for America with examples and anecdotes from his experiences as mayor of Gotham.

(...) Moving on to tax policy, he called for the abolition of the death tax and mocked the current law that would have the tax expire for just one year in 2010. "That's called a tax incentive to die," he quipped, drawing laughter from the audience. "Do not go on a respirator in 2010."The primary argument for Giuliani's candidacy, of course, rests on the perception that he would make a strong wartime leader. "I don't care what the polls say, I believe deep down Americans know what's at stake," Giuliani said, with his fist to his heart. "We have to deal with the reality of the threat we face. We cannot allow our country to go into denial about the Islamic terrorist threat, the extreme radical threat against America".

(...) Giuliani entered and exited the stage to standing ovations, and his speech was interrupted by applause throughout as he stuck to the common ground he has with conservatives and steered clear of social issues. (...) Clearly, Giuliani will continue to be dogged by questions about abortion and other social issues, and ultimately his deviations on those issues may sink his candidacy. But in past election cycles, we wouldn't even be talking about the prospect of a pro-choice candidate winning the Republican nomination. Rudy's strong performance on Monday night is indicative of why we are.

Rudy conquista la Heritage Foundation. Ma non era il candidato disprezzato dai conservatori? Philip Klein su The American Spectator.

Rudy sempre in testa

Secondo l'ultimo sondaggio Gallup per USA Today, Rudolph Giuliani continua a mantenere un solido vantaggio sugli altri candidati repubblicani in vista della primarie. Giuliani raccoglie il 34% dei consensi, contro il 20% di John McCain e il 13% di Fred Thompson. Più staccati Newt Gingrich (8%) e Mitt Romney (7%), mentre gli altri wannabe seguono a distanza siderale, tutti intorno all'1% (Tommy Thompson, George Pataki, Chuck Hagel, Sam Brownback, Mike Huckabee, Duncan Hunter, Jim Gilmore, Tom Tancredo e Ron Paul).

Giuliani è anche il candidato preferito di entrambi i partiti, secondo l'opinione pubblica, con il 61% di opinioni favorevoli (e il 24% di opinioni sfavorevoli). Dietro di lui, in questa particolare classifica: Barack Obama (50-24); John McCain (50-30); John Edwards (49-31); Al Gore (49-43) e Hillary Clinton (50-47).

Silenzio, parla Giuliani

Tutta la verità su Rudy, da Nequidnimis.

My City (and Mayor) of Ruins

Questa città non è per tutti, proprio come il suo ex sindaco. Rudy Giuliani e New York sono l'uno l'estensione dell'altra e per questo rappresentano un binomio indissolubile. Giuliani è indomito, insofferente, imperioso ma vulnerabile proprio come questa città. Ha governato New York come un imperatore in preda ad una visione e in pochi anni l'ha trasformata. Certo l'ha pulita, l'ha resa sicura, percorribile, quasi ordinata, ma il punto è che l'ha resa godibile al resto del paese che ancora non la capisce ne l'ha mai amata troppo, Lo ha fatto americanizzandola un po', e strappandola all'immaginario degli europei che hanno sempre considerato New York una loro estensione.

L'ultimo post di Maria Luisa Rossi Hawkins su Stelle a Strisce (uno degli ultimi blog approdati a TocqueVille) è uno straordinario atto d'amore verso Rudy e verso New York. Da leggere assolutamente.

GOP Presidential Debate

Rudy Giuliani was the man - a 100% thumbs up. He was consistent, spontaneous, and genuine. I did not get the feeling he was scripted as several others came across as. Rudy understands the war on terror. His knowledge of Islam and terrorists is impeachable. Rudy was the most articulate and eloquent during the debate - doing what Rudy does - lead.

Secondo Layla Gonzales di The Hill Chronicles, Rudy ha dominato il dibattito di ieri tra i candidati repubblicani alla Casa Bianca. Su Pajamas Media, un round-up approfondito delle reazioni nella blogosfera.

Mr. Giuliani’s Republican competitors aren’t anywhere near as imposing — to the point that the former Mayor’s ideological heresy might actually be outweighed by their flaws and shortcomings. Mr. McCain’s White House ship is rapidly taking on water. Influential segments of the party’s interest-group establishment still haven’t forgiven his crusade to put them out of business with campaign-finance restrictions, just as the media that once adoringly celebrated his maverick streak has now fully turned on him for his unbending support of the war and his tendency to say whatever conservative interest groups want to hear. (...)

Then there’s Mitt Romney, the former one-term governor of Massachusetts,
who has alternately described himself to conservatives as an avowed foe of abortion, a champion of “traditional marriage” and a “lifelong hunter”—the perfect recipe, it would seem, to eat into Mr. Giuliani’s soft support from the right. Except that Mr. Romney spent his entire political career (until three years ago) defining himself in flatly opposite terms. The chameleon act has worked on some Republicans, but Mr. Romney’s peerless opportunism creates profound vulnerabilities across the ideological spectrum.

Given these alternatives, it’s not at all clear that conservatives who are drawn to Mr. Giuliani’s 9/11 credentials will abandon him, especially since he’s done all he can (short of resorting to Mr. Romney’s blatant flip-flopping) to convince them that he won’t actually promote gay rights, abortion rights and gun control as President.

"Giuliani Beats Up on the Little Guys": il titolo dell'articolo scritto da Steve Kornacki per The New York Observer è tutto un programma. Da leggere.

Tutti in fila dietro a Rudy

Rudolph Giuliani continua a dominare il campo repubblicano nei sondaggi in vista delle primarie per le presidenziali 2008. Nell'ultima rilevazione statistica pubblicata da Rasmussen Reports, Giuliani raccoglie il 30% dei consensi (+2% rispetto a una settimana fa). Dietro a lui, staccatissimi, gli altri contendenti alla nomination per il GOP: John McCain (-1%) e Fred Thompson (+2%) al 14%; Mitt Romney (-1%) all'11% e Newt Gingrich all'8%.

Rudy è il candidato più popolare (62%) di entrambi i partiti, mentre la popolarità di McCain (49%) ha raggiunto i livelli più bassi mai registrati dal senatore repubblicano dell'Arizona.